martedì 31 luglio 2012

Una piacevole sorpresa


Finalmente arriva l'ultimo giocatore; il tavolo da gioco ha già il masterscreen disposto ma manca il Ben (in game Shylock), dove sarà? Mi alzo e vado a cercarlo.

Ieri sera, attendendo l'arrivo dell'ultimo giocatore, eravamo in sede a chiacchierare del più e del meno. C'era chi giocava con il cellulare, chi finiva di cenare, chi estraeva i dadi dal sacchettino, chi spendeva i punti incremento per migliorare qualche abilità del suo pg, ecc...

Lo trovo nel cortile della sede a parlare con una ragazza, mi avvicino ed esclamo: "Ben, senza disturbo, tra 5 min si comincia" guardo la ragazza, riguardo il Ben ed aggiungo: "anche 10 min se ti servono, 15... 20... bè, quando puoi vieni a giocare" e mi giro per tornare in stanza.

In quell'istante sia il Ben che la ragazza s'incamminano verso la sede. Chiedo a lei: "Giochi in qualche gruppo?" "No" mi risponde, "vuoi provare a giocare con noi?" ribatto, "Ok, volentieri" conclude.

Con leggera e piacevole sorpresa vado da Provolik (il master) e gli riferisco che abbiamo una nuova giocatrice che vuole provare.

Ci sediamo al tavolo e in quell'istante entra la ragazza con un'amica e un amico....

SORPRESONA!!!!! Abbiamo tre nuovi giocatori.

Creiamo al volo tre PG e improvvisiamo una sessione del tipo: "Arrivate a Sivaris dopo un lungo viaggio, vi conoscete già ". Il gruppo va in taverna alcuni si lavano altri preferiscono riscaldarsi davanti al camino. Il master improvvisa un simpatico hobbit che cattura l'attenzione del gruppo, il Bogo (Sion in game) da il meglio di se nell'interpretazione del pg mantenendo alto il coinvolgimento dei nuovi giocatori. Una battuta di Roberta (Niniel in game) la catapulta nel clima goliardico della serata. Anche Mattia (Tamtar in game) esprime la perplessità del formaggio sulla polenta dei titani, dimostrando di essere già sulla giusta lunghezza d'onda.

Dopo cena e dopo grandi bevute, si va tutti alle terme...della serie non c'è nulla di meglio per socializzare che andar tutti nudi in una vasca di acqua calda. Si parla si discute e poi si va a letto. L'indomani mattina partiamo per una battuta di caccia ed ecco che Valentina (Estel in game) lancia un incantesimo, finalmente anche lei dice la sua, torniamo dalla caccia con due lepri... i cinghiali li comperiamo al mercato.

MORALE: La sessione di ieri è stata una delle più belle giocate finora. In un'ora di gioco siamo riusciti ad integrare ed a far sentire a proprio agio tre persone che vedevamo per la prima volta. In game in quell'ora di gioco sono stati tirati solo tre o quattro volte i dadi. Non importa quindi aver a disposizione mille dadi, mille monete, mille mappe, mille personaggi non giocanti, quando tutti hanno la volontà di divertirsi basta sedersi ad un tavolo e sognare ad alta voce. Il risultato è garantito.

Benvenuti VALENTINA, ROBERTA e MATTIA!!!!

venerdì 27 luglio 2012

Il Duca

http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTNAv0JKKKc5jqGsjwko_dyTEkvpbKXFWna7eEdqwpXYORWALQmCi incamminiamo per andare a cenare nella solita taverna; ceniamo e poi torniamo al monastero per passare le notte. Prima di andare a dormire Koramar e Shylock girano i corridoi dell'ala del conte sperando di incontrare sua moglie o intercettare voci inerenti l'infiltrato. Giungono ad una porta sorvegliata da due guardie, una di loro gli parla in itachese. Ne Koramar ne Shylock parlano quella lingua quindi non capiscono cosa gli viene detto. Un gesto esplicito fatto con la mano dalla guardia li invita ad andarsene da li. Obbediscono e vanno a dormire.

Sion, nel frattempo, si posiziona in un angolo buio del cortile. Dopo pochi minuti escono due sacerdoti dal santuario ed attraversano il cortile per raggiungere le loro stanze. Sion si teletrasporta e si avvicina furtivamente senza farsi notare per ascoltare quello che dicono.

"Quel Stotar è veramente insistente, non mi piace affatto." esclama un sacerdote,
"La penso anch'io così, speriamo non crei ulteriori problemi" gli ribatte l'altro.

Sion cerca di capire se uno dei due mente ma scopre solamente che un sacerdote è stanco e vorrebbe finire la conversazione in fretta. A questo punto Sion va a dormire.

Yenman e Adga sono rimasti in stanza per riposare.

L'indomani mattina ci svegliamo tutti tranne Yenman e uscendo vediamo passare delle guardie in alta uniforme. Ne seguiamo una e fermandola gli chiediamo cosa stia succedendo. Ci risponde che nel pomeriggio arriverà in visita il Duca.

Il Duca è l'autorità superiore al Conte, vive nella capitale Itok dove gestisce gli affari dei territori sotto la sua influenza.

Appresa questa notizia optiamo per andare subito dal priore per sentire la sua decisione. Ci chiede di attenderlo in refettorio dove faremo colazione insieme; intanto Yenman dorme sereno. Durante la colazione ci esprime la sua intenzione a farci visionare il pugnale durante la notte, gli diciamo che siamo in possesso di un'altro pugnale uguale e quindi è molto probabile che la reliquia non sia sempre stata in possesso della dinastia del conte ma sia arrivata quì dopo la famosa spartizione dei tesori come accordo di pace. Finiamo la colazione quando un sacerdote viene dal priore dicendogli che è in arrivo il Duca. Ci salutiamo rimanendo d'accordo di trovarci la sera per andar a visionare il pugnale; il priore si rivolge poi al sacerdote:

"Raduna tutti nel cortile immediatamente, dobbiamo prepararci all'arrivo del Duca".

Nel frattempo si sveglia Yenman, si guarda attorno e non vede nessuno, corre nel cortile e chiede ad un sacerdote se ha visto i suoi amici. Il sacerdote non capisce la lingua parlata da Yenman. A questo punto Yenman mima le curve di una donna ed ecco che scatta l'ecquivoco. Il sacerdote invita Yenman a uscire dal monastero, decisamente indispettito dall'atteggiamento dell'ospite. Yenman, per recuperare la situazione, mima quattro uomini e una donna... Il sacerdote capisce cosa intende e gli indica che sono andati a mangiare in refettorio. Yenman raggiunge il gruppo nel momento finale della discussione con il priore, fa colazione e tutti insieme usciamo dalla sala da pranzo e rimaniamo in attesa nel cortile.

Sion ragiona con noi dicendo che se tutti sono radunati nel cortile non ci sarà nessuno all'interno del santuario e quindi è l'occasione per entrare nella cripta. Così deciso entriamo guardinghi nel santuario e ci dirigiamo verso le scale dietro al reliquiario.

Kormar scassina la serratura del cancelletto e poi rimane di guardia mentre gli altri scendono. Alla fine della piccola e ripida scalinata c'è una stanza circolare con tre porte l'una opposta all'altra; è l'anticamera della cripta. Sul pavimento ci sono accatastati svariati oggetti come sedie, panche, tappeti, ecc. Aprendo le tre porte troviamo altrettante stanzette grandi circa quattro metri per due, adibite anch'esse a magazzino. Sul pavimento c'è una grande botola circolare con un anello al centro; è l'accesso alla cripta. Aprendo una stanzetta Sion nota un contenitore particolare, molto grande e robusto, lo apre e estrae due quadri. Il primo rappresenta un antenato del conte ma non c'è il pugnale, il secondo rappresenta un nobile con il pugnale e un anello al dito. L'anello è d'oro con incastonata una grossa pietra rossa, osservando attentamente, nella pietra, si vede un segno a falce di luna come se la pietra si fosse rotta o scheggiata. Molto probabilmente il quadro rappresenta il padre del santo e quello che indossa è l'anello della torre. Il gruppo ripone tutto a posto e torna da Koramar, Sion gli riferisce quello che ha visto. Koramar accompagnato da Yenman scende per vedere il dipinto, mette tutto come lo ha trovato e raggiunge gli altri.

Poco più tardi, all'interno del santuario, incrociamo il priore, gli chiediamo se è possibile entrare nella cripta. Dopo qualche perplessità ci concede l'accesso. Mentre parliamo con il priore sentiamo un brusio provenire dall'esterno. Questo rumore si fa sempre più intenso fino a che vediamo una carovana scortata da circa trenta soldati e accompagnata da vari servitori.

Il duca è arrivato, entra nel monastero e tra i consiglieri notiamo Stotar. Rimaniamo nel cortile e ragioniamo sul fatto che se il duca in persona è venuto fin qui non è sicuramente per andar via a mani vuote. Dobbiamo trovare il modo di impossessarci del pugnale senza bruciarci la ricerca dell'anello della torre.

venerdì 20 luglio 2012

I timori del priore

Arrivata ora di cena ci rechiamo dal conte Relerier che ci accoglie in una grande sala. 

Il salone è adornato con lunghe tende alle finestre ed ha al centro un lungo e spazioso tavolo; capiamo subito che è usato per ricevimenti e per grandi eventi con molti ospiti. 

Sion usa 'percezione cerebrale' per capire se ci sono soldati nascosti. Un cenno del suo capo nei confronti di Koramar gli fa capire che non ci sono altre persone all'infuori di noi e le guardie che vediamo. Il conte ci fa sedere chiedendo se abbiamo qualcosa di cui parlare prima che inizi la cena; intuiamo che non vuole intavolare certi argomenti in presenza degli altri componenti della famiglia. Iniziamo subito chiedendo se è possibile visionare il pugnale per farne una rilevazione dettagliata. Ci risponde che è un problema, o meglio, per lui non ci sarebbe nessun ostacolo, ma deve avere il permesso del sacerdote priore. 

Il pugnale è stato infatti donato al santuario come reliquia del santo e quindi ora la competenza è dei sacerdoti. 

Dopo un dialogo sul vantaggio che si avrebbe nel catalogare il pugnale portando l'informazione nel regno di Bebion, il conte si fa carico di chiedere personalmente al priore il permesso di visionarlo. Parliamo poi di Stoter, ci dice di non fidarsi di lui e che non gli piace l'insistenza che dimostra nel voler prendere il pugnale. Al contrario del nostro modo discreto di affrontare l'argomento, il comportamento di Stotar gli sembra più interessato al possesso dell'oggetto che allo studio dello stesso. Terminata questa discussione entrano la moglie e i due figli. 

Ceniamo insieme con pietanze ricercate e decisamente ben fatte. A fine cena, il conte, ci offre un liquore con cui brindare, è un buon Brandy! Brindiamo e ci congediamo con l'accordo di tornare l'indomani pomeriggio per sapere l'esito della richiesta inoltrata al priore. Andiamo nelle stanze a dormire.  

Al mattino andiamo a far colazione nella tavernetta poco distante nella speranza di confrontarci nuovamente con Stotar, li ci viene servito latte, pane e marmellata... ma Stotar non c'è! Torniamo quindi verso il monastero, il villaggio non offre molto, anzi nulla! Sul cancello d'ingresso incrociamo l'archeologo che sta tornando dall'incontro con il priore. 

"Buongiorno Stotar, com'è andata?" 
"Ho chiesto il permesso di visionare il pugnale ma mi è stato negato". 

Nel proseguo della discussione ci rivela di essere assoldato da un nobile di Itok ma chiaramente non può dirci chi è. La sua ricerca è orientata all'ambito religioso della figura del santo e quindi c'è il rischio di screditare tale personalità; questo probabilmente è il motivo di diffidenza che trova nel conte e nel priore. Lo salutiamo dicendogli del nostro incontro pomeridiano con il conte. 

Passiamo qualche ora tranquilli nell'attesa dell'incontro.  

Arrivato il momento dell'appuntamento ci dirigiamo da Relerier che ci informa della disponibilità del priore ad incontrarci ma al momento risulta impossibile visionare il pugnale. Salutiamo il conte e ci andiamo immediatamente dal priore per avere delucidazioni in merito. Il sacerdote ci invita nella sua stanza esponendoci la sua intenzione a farci visionare il pugnale, ma ha un problema:  

"Se lo faccio vedere a voi dovrò farlo vedere anche a Stoter, inoltre ho la certezza che ha un infiltrato nel monastero".  
Rispondiamo: "Questo complica le cose, possiamo vedere se riusciamo a scoprire chi è la spia ma comunque, se di notte lei ci aprisse la teca e noi facessimo le rilevazioni in sua presenza, nessuno verrebbe a conoscenza del fatto". 

Il priore ci pensa un pò poi ci invita a ripassare più tardi per sapere la sua decisione. Lo salutiamo ed andiamo nel santuario.  

Vicino all'altare del santo, Sion, nota una piccola scala, si guarda attorno e vede un sacerdote nella navata. Koramar si sposta in modo da coprire Sion alla visuale del sacerdote. Sion furtivamente scende pochi gradini, la scala gira leggermente verso destra finendo su un piccolo pianerottolo con una porta sul lato sinistro. Sion 'percepisce mentalmente' una presenza oltre la porta, vede inoltre filtrare della luce dalla stanza. Un fruscio ben scandito e ritmico gli fa capire che qualcuno sta pulendo il pavimento con una scopa. A quel punto Sion sale nuovamente le scale e si dirige verso la teca per studiarne la serratura. Un grosso perno entra in un lucchetto ancorato alla base della teca. Sion fa cadere della polvere sul perno in modo che, se qualcuno aprisse la serratura, pulirebbe il perno facendoci capire che è stato mosso. Poco dopo usciamo nel cortile del monastero.

lunedì 2 luglio 2012

Il Conte

Adga, Yenman e Koramar vengono accompagnati a visitare il santuario. 

L'interno è molto curato e ben tenuto, la strutura è molto bella e di classica architettura, c'è un altare sul fondo ed il reliquiario del santo in una navata laterale. Il reliquiario è un rettangolo di pietra, alto circa un metro, con, nella parte superiore, un altorilievo della figura del santo. Una teca di vetro copre la sommità di questo altare lasciando al suo interno l'altorilievo e le reliquie appoggiate nell'area tra il rilievo e il bordo perimetrale della struttura. 

Tra le reliquie notiamo il pugnale d'oro che cerchiamo. Cerchiamo attentamente anche la presenza dell'anello della torre ma non riusciamo a vederlo. 

Finita la visita ci spostiamo nel cortile del monastero per aspettare Sion e Shylock. Il sacerdote ci invita a rimanere per pranzo e se vogliamo possiamo anche usufruire delle stanza per la notte. Ringraziamo per l'ospitalità ma optiamo per fare un giro al piccolo villaggio e fermarci a mangiare in una taverna a gestione famigliare poco distante da li. Poco dopo arrivano sia Sion che Shylock, salutiamo i sacerdoti e ci incamminiamo per la taverna. 

Entriamo, la sala è molto piccola, ci sono cinque tavoli in tutto, la signora che gestisce è molto cordiale e ci serve immediatamente; il mangiare è casalingo e buono. Vicino a noi, dopo pochi minuti, arriva e si siede un signore magro e alto, vestito in tonalità scure, senza armi ma con uno zainetto. 

Sion prova a parlare con lui, questi risponde dicendo che è uno studioso di storia antica. Ci spiega che era stato pagato dal conte Relerier per approfondire la storia del santo suo predecessore. Poi però, quando gli riferì che il santo non era sempre stato un uomo impeccabile in condotta, gli tolse l'incarico. Secondo i suoi studi fu proprio il santo ad uccidere il padre ed impossessarsi del pugnale d'oro, poi, negli anni successivi, ci fu la sua redenzione e quindi il cambio di vita. La pergamena che abbiamo noi quindi non è firmata dal santo ma da suo padre. 

Finito il confronto d'idee ci incamminiamo insieme verso il monastero, Stotar vuole parlare con il sacerdote, noi con il conte. 

Il conte ci accoglie immediatamente, si espone dicendo che, dopo aver saputo del nostro arrivo, sperava in un incontro. Dopo una piacevole chiacchierata decidiamo di toccare l'argomento pugnale d'oro. Gli facciamo vedere la pergamena dell'accordo di pace ed esponiamo l'idea che il pugnale sia venuto in possesso della casata in quel momento. Ci risponde che probabilmente si tratta di un altro pugnale perchè all'oggi non si è ancora a conoscenza di quando la casata sia realmente venuta in possesso del suo pugnale; ma sicuramente prima dell'accordo di pace. Ci accompagna nella stanza del trono per dimostrarci quello che ha appena affermato mostrandoci svariati quadri raffigurantii i suoi antenati. In queste raffigurazioni c'è sempre presente il pugnale anche in quelle che ritraggono le personalità antecedenti la stipulazione del trattato di pace in nostro possesso. Koramar cerca di capire se il conte è sincero; gli risulta infastidito dalle affermazioni sulla casata ma sincero in quel che ci espone. Dopo averci mostrato i quadri chiediamo se sa qualcosa dell'anello della torre. Non ha nemmeno idea di cosa sia! Ci propone di fermarci a cena e se vogliamo di pernottare come suoi ospiti. Accetiamo l'invito, lo salutiamo e andiamo a riferire al sacerdote che passeremo la cena e probabilmente la notte ospiti dal conte.