lunedì 14 gennaio 2013

La montagna, la caverna, il tesoro...


Passati svariati mesi dalla conquista di Guldardorf da parte del clan degli Shelling, il gruppo si ritrova nella sua taverna. Ognuno di noi sta coltivando i propri interessi e si sta godendo un periodo di tranquillità. 

Una pomeriggio, nella ressa del pranzo, ad un tavolo, una cerchia di soldati ascolta interessata il racconto di un avventuriero mai visto prima in città. 

Egli parla di un tesoro nascosto nelle montagne li vicine ma protetto da forze maligne di grande potere. Tutti gli uomini con il quale si era inoltrato nella montagna, non appena visto il tesoro, si erano ammalati e avevano perso i sensi. Si percepiva la presenza nell'aria di qualcuno o qualcosa...la paura poi prese il sopravvento su chi riprese i sensi dopo qualche ora. Solo in due riuscirono ad uscire. 

Il racconto sorprese sia Koramar che Sion che decisero di fermarsi ad ascoltare. 

Alla fine, Sion, invitò l’avventuriero ad un tavolo e gli chiese di accompagnarci all’ingresso della grotta. Lui, molto titubante e impaurito all’idea di ritornare in quel luogo, accetta di andar a cercare il suo amico che ha con se la mappa per arrivare all’entrata della grotta. Parte quindi alla volta di Sivaris. 

Poco dopo Koramar si dirige dal maggiore per tentare di recuperare le 40 monete d’oro che aveva lasciato in deposito in baronia. Non essendoci però alcun documento che testimoni l’avvenuta consegna del denaro, il maggiore non gli può restituire le monete, si impegna comunque a trovare un modo per soddisfare la richiesta di Koramar. Anche Sion decide di andare a colloquio con il maggiore per informarsi su eventuali novità, questi riferisce che al momento la situazione è invariata e che il clan degli Shelling, vorrebbe lasciare l’esercito in baronia per almeno un anno per poi scegliere un reggente a cui affidarne il controllo. 

Verso sera ci si ritrova tutti in locanda dove a sorpresa arriva Darfol. Ci riferisce di aver incontrato un tipo molto malato che andava raccontando di aver vissuto un’avventura impressionante in una caverna sulle montagne ad ovest di Guldardorf. Dal racconto del nano ci rendiamo conto che l’uomo di cui parla è sicuramente l’amico dell’avventuriero a cui abbiamo chiesto di condurci alla caverna. Darfol ci consegna un calice d’argento e la mappa per arrivare alle montagne e ci comunica che l’uomo non ha superato la malattia ed è morto. Aggiunge che è sicuro che questa nuova avventura avrebbe potuto interessarci, che di certo in quella caverna ci sarà ancora molto da ritrovare e che, se non ce ne occuperemo noi prima o poi lo farà lui. Il calice ritrovato nella caverna infatti sembrerebbe molto antico e riconducibile in qualche nodo alla civiltà nanica. 

Ci rendiamo conto quindi che il nostro avventuriero non potrà mai trovare la mappa, la quale è già in mano nostra, e che quasi certamente non tornerà da noi. 

Decidiamo così di partire da soli.

1 commento:

  1. Un ringraziamento particolare a Valentina per la collaborazione alla stesura di questo riassunto.

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