sabato 29 settembre 2012

Koramar deve morire



Appena entrati in Sivaris, Sion si dirige dal maggiore, Koramar con Adga vanno da Arton Script, Shylock in biblioteca, Estel e Niniel vanno in taverna. Dopo un’oretta ci si ritrova tutti in taverna per confrontarci su quello che abbiamo saputo.

Nel frattempo Darfoll ci accoglie alla sua maniera, portando due vassoi di alette di pollo.

Koramar racconta che Arton Script è stato arrestato per aver ucciso un altro sacerdote; lo ha pugnalato sette volte con un pugnale con la lama nera. “Ho visto lo studio di Script, all’interno c’era una forma di formaggio appesa al soffitto con una corda. Questa forma era stata colpita ripetutamente con un pugnale. Nel cassetto della scrivania ho trovato il pugnale che ha usato per uccidere il sacerdote, è pressoché identico al mio. Il sacerdote che mi ha accompagnato mi ha chiesto se sono interessato a comperarlo, gli ho fatto un’offerta e per 10 monete d’argento e l’ho acquistato” racconta Koramar. Chiede poi ad Adga se si ritiene in grado di gestire il pugnale senza cadere nei suoi malefici effetti; a risposta affermativa gli porge il pugnale.

Sion interviene: ”Sono stato dal maggiore, Kormar, domani se mi accompagni sono intenzionato a dare le dimissioni dal clan”.

La serata poi prosegue con la cena e finita questa andiamo a dormire. Ci vengono assegnate due stanza con 4 letti ciascuna quindi ci dividiamo in due gruppi; Shylock, Koramar e Adga in una stanza, Sion, Estel e Niniel nell’altra. Prima di entrare in camera Niniel avvicina Koramar e lo invita a seguirlo insieme ad Estel; scendono nuovamente nel salone ora deserto e siedono ad un tavolo. Dopo circa un’ora tutti ritornano nelle loro stanze a dormire.

Il mattino seguente ci svegliamo a causa di un gran baccano che proviene dall’esterno, Shylock apre la finestra della camera e guarda fuori. Un gran numero di soldati del clan molto ben armati, sta marciando in città dirigendosi alla fortezza.

Koramar approfitta del momento per uscire dalla stanza ed andare nell’altra. Sion gli apre, Koramar richiude la porta e dice: ”Devo parlarti di qualcosa di importante”. Interpella immediatamente le due ragazze in stanza e lascia che spieghino la situazione. “Ieri mentre eravamo in taverna da sole siamo state avvicinate da due tipi strani che ci hanno anticipato quattro monete d’oro per uccidere Koramar. Ci hanno lasciato anche questo veleno dicendo di metterlo in una pietanza o in una bevanda. L’indomani mattina dalla sua morte ci avrebbero aspettato fuori dalle mura nord per consegnarci 40 monete d’oro” racconta Niniel. Sion e Koramar si guardano e si intendono subito: simuliamo la morte e andiamo all’appuntamento. La morte di Koramar quindi sarà simulata a pranzo dello stesso giorno, dando quindi il tempo alle voci di circolare.

Sion decide di andare dal maggiore, Estel e Niniel vanno alle terme, Shylock va a trovare Klelia e Koramar segue senza farsi notare le due ragazze.

Estel e Niniel alle terme conoscono un gruppo di soldati, fanno amicizia e con quattro di loro entrano alla taverna Lanterna d’oro. Prendono due stanze e si lasciano andare a svariate ore di sesso a tre.

Nel frattempo il resto del gruppo si ritrova a pranzo. Sion tranquillizza tutti sulla presenza di truppe in città: “Il barone ha piazzato svariati orchi a difesa del confine della baronia verso Sivaris, anche il clan ha fatto lo stesso, quindi sono manovre preventive che non hanno presagio di battaglie. Sono passato anche dal teatro per chiedere al nostro amico se può truccarti, Koramar, ci aspetta dopo pranzo”.
“Le ragazze sono alla lanterna d’oro con dei soldati, credo che arriveranno presto” informa Koramar.

Finito il pranzo Kormar si rende invisibile e va al teatro per farsi truccare; il lavoro risulta perfetto, inoltre Koramar indossa un vestito da mercante per completare il trucco. Uscendo incontra Estel e Niniel che tornano verso la taverna di Walfy e Manzù, si guardano ma non riescono a riconoscerlo.

In città inizia a diffondersi la voce ed alla taverna iniziano ad arrivare persone per porgere il loro saluto ed informarsi sull’accaduto. La giornata passa senza intoppi, arriva ora di cena e poi andiamo tutti in stanza.

Koramar truccato ha una stanza per conto suo. Sion controlla che non ci sia nessuno in giro e va a chiamare Koramar accompagnandolo nella sua stanza. Si pianifica così il piano per catturare i due mandanti, Estel e Niniel andranno alle mura, il resto del gruppo sarà invisibile e resterà a distanza di sicurezza. Appena riusciremo ad individuarli li bloccheremo.

Torniamo tutti nelle nostre stanza e andiamo a dormire.

Al mattino attuiamo il piano, arriviamo alle mura nord nel momento in cui stanno aprendo il portone della città. Fuori dalle mura Niniel ed Estel incontrano un mendicante, è il solito mendicante della città, ma ha un pappagallo su un trespolo che non aveva mai avuto. Spiega alle ragazze che le è stato dato da due tizi un po strani, il pappagallo continua a ripetere “Non è morto, non è morto…”.

Nel frattempo Koramar si è nascosto tra i cespugli poco distante mentre Sion si avvicina al mendicante.

giovedì 20 settembre 2012

Una missione impossibile


Koramar si sveglia per primo, va da Niniel e la sveglia facendogli segno di far silenzio, poi sveglia nello stesso modo anche Estel e le invita a seguirlo fuori dalla tenda.

Appena usciti Koramar chiede alle due ragazze se scelgono di stare con lui seguendo quindi le direttive del Barone, oppure se hanno altre intenzioni. Spiega che nel gruppo ci sono diverse vedute e diversi modi di comportarsi pur essendo tutti al soldo del Barone. Fa riferimento alla posizione di Sion che è del clan degli Shelling e a Shylock che è residente a Ravon e in alcuni casi ha priorità diverse da quelle della missione. Spiega loro che in cambio della fedeltà gli sarà garantito l’uso libero della magia, l’accesso ad oggetti magici, la possibilità di conferire liberamente con il Barone che ne è un esperto conoscitore. Niniel chiede che sia garantita loro protezione; Koramar acconsente senza batter ciglio.

Le due ragazze tornano in tenda mentre Koramar va a parlare con Airk.

Poco dopo si svegliano Sion e Shylock; a ruota gli altri. Koramar ritorna in tenda e viene preso in disparte da Sion che gli riferisce che quella notte è salito sulle mura ed ha visto molti soldati all’interno, puntualizza che la città è ben difesa.

Sion e Tamtar sono convocati singolarmente da Airk e al loro ritorno ci informano che il barone ci attende prima di pranzo.

Andiamo tutti all’appuntamento. Koramar estrae il dipinto con il padre del santo e la raffigurazione dell’anello della torre, nel presentare ciò invita Sion a porgere l’anello copia che abbiamo trovato esponendo una descrizione dello stesso. Il Barone si informa sulla battaglia con il lich, Koramar porge al barone la daga che ha lasciato cadere la creatura. Il barone la osserva poi dice:”E’ un’arma molto potente e ovviamente maledetta, è in grado di uccidere con un solo colpo e probabilmente ha ripercussioni negative su chi la utilizza”. Subito dopo Sion allunga l’anello con tre teschi che ha trovato a terra insieme alla daga, “Questo oggetto necessita di uno studio più approfondito, sicuramente contiene una maledizione” esclama il barone.

Il dialogo poi si sposta sulla situazione militare della città di Ravon, ci sono due azioni da fare prima di tutte le altre: una è ricercare la soluzione del problema della ricarica dell’energia magica dei maghi, l’altra è provare ad infiltrarsi in città e creare un varco per far entrare le truppe. Il gruppo si confida un attimo senza trovare una soluzione, quindi, decide di andar a mangiare e comunicare la decisione al barone più tardi.

Nella tenda della mensa, dopo aver preso la zuppa energetica, ci si siede in un luogo dove poter controllare se qualcuno ascolta la nostra discussione. Sion opta per andare a Sivaris a parlare con Durfall, Koramar ritiene che unendo le forze riusciremo ad entrare nella città. Il confronto va avanti per molto tempo, si conclude con una votazione. La maggioranza decide di provare ad entrare a Ravon.

Koramar capisce che riesce a rendere invisibili tutti i membri del gruppo senza sacrificare troppa energia, ma il problema è superare le mura. Niniel interviene dicendo: “Io posso usare l’incantesimo “Aracnide” per farvi arrampicare sulle mura”. “Ottimo! Quindi il problema di entrare è superato. Però da dentro come facciamo a creare una breccia nelle mura? Non ho incantesimi tali da poterlo fare” dice Koramar.

Sion espone ancora l’idea di andare a Sivaris “Durfall può darci un’idea e soprattutto può condurci da Necrorius suo amico”.

Torniamo dal barone e lo informiamo che siamo in grado di entrare in città ma non di creare la breccia nelle mura. Ci risponde chiedendoci se riusciamo a conquistare una torre e tenerla il tempo necessario per far avvicinare le macchine d’assedio. Valutiamo bene la situazione, i pro e i contro, ma le torri di Ravon sono aperte verso l’interno della città quindi risulterebbe impossibile per noi mantenerne il controllo.

La discussione e il confronto finiscono con la decisione di partire per Sivaris alla ricerca della soluzione al problema del blocco della ricarica magica dei maghi. Prepariamo i cavalli e partiamo subito: in pochi giorni e senza intoppi arriviamo alla cittadina.

domenica 16 settembre 2012

Il caramanbendon


 
Passata tranquillamente la notte, di buon mattino ci mettiamo in marcia per incrociare la strada principale. Muovendoci a passo normale, di li a poco arriviamo sulla via di comunicazione che dovrebbe percorrere l’esercito di Din per arrivare a Ravon. Cercando tracce notiamo che non è ancora passato. Decidiamo di proseguire andando incontro alle truppe del culto. 

Pochi passi dopo sentiamo in lontananza il raglio di un asino, in un attimo ci nascondiamo tutti in a bordo strada attendendo di scorgere chi sta arrivando. Tamtar non riesce a trovare un luogo idoneo per nascondersi e di li a poco, viene raggiunto da un vecchietto su un carro trainato da un asino, che inizia a parlare con lui. Tamtar non riesce a capire quello che gli chiede perché non conosce il Duol, la lingua del posto. Il signore, capita la situazione, saluta Tamtar ed imbocca un sentiero laterale allontanandosi da noi. 

Usciamo tutti dai nascondigli e ripartiamo. Durante la marcia a Sion e Koramar passa per la testa un ricordo riguardante come si muovono le sentinelle in appostamento; avevano già avuto a che fare con loro in passato, quindi, guardandosi attorno, notano una radura non molto distante dalla strada in posizione elevata. Sembra un posto perfetto per posizionare degli arcieri che controllano il passaggio principale. 

Shylock si nasconde e lancia l’incantesimo “sfera” per vedere se nella radura ci sono già delle sentinelle appostate. Controlla attentamente tutta la zona e poi ci riferisce che non c’è nessuno. 

Decidiamo a quel punto di salire per vedere meglio la zona dall’alto. Arrivati sul culmine ci ritroviamo, rispetto alla nostra attuale direzione di marcia, un piccolo gruppo di case sulla sinistra e un villaggio alla nostra destra. Girandoci notiamo che si vede molto bene un buon tratto della strada principale; decidiamo quindi di accamparci li. Organizziamo subito dei turni di guardia a due per volta sia di giorno che di notte per mantenere ininterrottamente il controllo della strada. 

Passata mezza giornata si avvicinano alla tenda due contadini che abitano nella contrada li vicino e ci chiedono perché siamo li, Sion risponde che siamo dell’esercito ma che non possiamo rivelare la nostra missione. I due si allontanano andando verso il villaggio. Da li a poco, alla tenda, arriva un sacerdote di Din: “Sono il sacerdote del villaggio, le due persone che mi accompagnano sono miei servitori, sono venuto per avere informazioni sui movimenti delle truppe di Din. Alcuni abitanti sono venuti da me per sapere se ci sarà una battaglia in questa zona, inoltre, dopo la visita dell’altro ieri dei soldati che ci hanno avvisato dell’imminente arrivo dell’esercito, i residenti del villaggio sono preoccupati”. 
Sion risponde: “Non ci saranno battaglie in queste terre, noi siamo di vedetta proprio per vedere se ci sono movimenti sospetti, tranquillizzi gli abitanti”. Il sacerdote consolato, ritorna al villaggio. 

Si decide a questo punto di indagare sulla visita dei soldati al villaggio. Niniel ed Estel si offrono per andare a reperire informazioni, Shylock si unisce alla spedizione. Appena partite per il villaggio Koramar decide di seguirle furtivamente e senza farsi notare per controllare come si muovono. 

Le due ragazze si inoltrano nel villaggio dirigendosi verso la piazza del paese, li trovano un venditore di pesce. Iniziano chiedendo: “Ha del pesce spada?” risponde: “No, ma ho questo caramanbendon che è favoloso, con questo pesce mangiate in otto persone. Costa solo una moneta d’argento, due se ve lo pulisco io”. “Affare fatto” ribattono, poi aggiungono: “cosa mi sa dire di queste voci sull’esercito di Din che è in arrivo? Noi siamo nuove di qui e veniamo da Water”. Il pescivendolo, consegnandoli una scatola con il pesce pulito, gli racconta che qualche giorno prima era passato un soldato per avvisare che l’indomani sarebbero arrivati un centinaio di soldati. Chiedeva di preparare l’accoglienza per chi doveva arrivare. 
Nel frattempo un cliente vicino al banco del pesce, vedendo Shylock esclama: “Lui è uno di quelli che ci sono accampati sul promontorio, è un soldato”. Shylock nega e si allontana dalla piazza ritornando alla radura; l’abitante lo segue. Shylock arriva fino alla tenda dove incontra Sion che si rivolge al contadino che lo segue allontanandolo in malo modo. Poco dopo le due ragazze fanno ritorno, portano le informazioni e cucinano il pesce. 

Sion comunica tutto ad Airk che lo invita a rientrare a Ravon dove sono dislocate le truppe che assediano la città. Andiamo a recuperare un carro per andare alla città, Shylock offre l’acquisto dei cavalli da traino. 

Nei pressi di Ravon, Shylock, si rivolge a Koramar dicendo: “Non riesco a recuperare il potere magico usato per lanciare l’incantesimo” risponde Koramar: ”Credo possa essere riconducibile ad uno dei due anelli che abbiamo con noi, ma non ne sono sicuro”. 

Attraversati gli accampamenti delle truppe d’assedio, arriviamo alla tenda del barone, lì troviamo Airk che ci accoglie e ci avvisa delle ultime novità: “Il barone è in riunione con i consiglieri, i maghi non riescono a recuperare il loro potere magico dopo averlo impiegato, sa del vostro arrivo ma ora non può ricevervi”. 

Vista l’ora tarda ci organizziamo per la notte e andiamo a dormire; tutti tranne Sion. 

Sion si dirige verso le mura, osserva i giri di guardia delle sentinelle e furtivamente arriva fin sotto le mura della città. Da li si teletrasporta sopra le mura, nello stesso istante in cui le guardie di vedetta sono girale dall’altro lato. Subito dopo si teletrasporta dentro la città. Parla con dei soldati e si fa accompagnare dal capitano delle guardie, viene ricevuto immediatamente. Le prime preoccupate parole del capitano sono: “Sion, come hai fatto ad entrare in città? Se ci riesci tu potrebbe esserci anche qualcun altro che riesce a farlo” Sion ribatte: “ Potrebbe, ma non sono in molti, come vanno le cose? Sapete dell’arrivo delle truppe di Din? Con il problema dei maghi come vi state muovendo?” il capitano: “Abbiamo la situazione sotto controllo, possiamo resistere tranquillamente all’assedio per oltre un anno. Sappiamo dell’arrivo dell’esercito di Din ma non è un nostro problema, prima di trovare la città troveranno le armate del barone. Noi non abbiamo maghi tra i nostri soldati quindi non sappiamo nulla di questo problema”.

giovedì 6 settembre 2012

Una rotta difficile

 
Torniamo alla capitale Itok e da li saliamo su una nave mercantile per il viaggio di ritorno, questa nave fermerà a Water per poi far ritorno a Itok.

Sbarcati quindi, dopo 25 giorni di viaggio, a Water, la nostra principale preoccupazione è trovare una nave che ci conduca ad Artix da cui saliremo a Sivaris per arrivare in fine a Guldardorf. 

Koramar e Shylock entrano alla capitaneria di porto per prenotare dei posti sulla prima nave che va al sud. L’ufficiale ci risponde che ha una partenza programmata per il mattino seguente ma che non è ancora sicuro che salpi. Shylock un po’ stupito pensa tre se e se, “Mancano poche ore ed ormai dovrebbe esser tutto già programmato!” poi chiede: “Perché non dovrebbe salpare?”. L’ufficiale altrettanto stupito ribatte: “ Non siete di qui vero? Ravon è sotto assedio quindi la tratta è a rischio”. Shylock resta senza parole mentre l’ufficiale aggiunge: “Anche quelle due ragazze la in fondo devono andare a sud, c’è al molo 17 una compagnia privata che se pagata svolge trasporti, provate a chiedere anche a loro”. 

Shylock si avvicina alle ragazze ed inizia a parlare con loro, Koramar invece le guarda ed esce dalla capitaneria. Le due ragazze, dialogando con Shylock, lo informano che devono tornare ad Ancale e risultano interessate a trovare una soluzione al problema del viaggio; escono quindi insieme dalla capitaneria. 

Nel frattempo Sion è andato a cercare del buon vino in un bazar li vicino. Per un oro  compra 6 bottiglie di un vino rosè frizzante delle terre ad est di Water e per 15 argenti un buon liquore. 
Tamtar e Koramar nello stesso istante, si dirigono alla locanda del porto; il più famoso posto da marinai dove se cerchi informazioni non puoi rimanere deluso. Infatti, Tamtar chiede notizie sull’assedio di Ravon e viene a sapere che il generale del barone è morto e che il culto sta organizzando un’armata per impedire al barone di conquistare Ravon. Probabilmente invece, dopo gli ultimi sviluppi religiosi a Ravon, il culto è interessato a riconquistare la città militarmente. Raccolta la notizia tornano al molo. 

Decidiamo di andar dal capitano della nave mercantile per vedere se pagandolo è comunque disposto a salpare. Ci riferisce che la tratta la può fare per 20 monete a testa al giorno, quindi per i sei giorni di viaggio sarebbero 1 oro e 20 argenti. Usciamo e ci dirigiamo dalla compagnia privata per chiedere le stesse informazioni. 

Nel frattempo Sion contatta telepaticamente la baronia: “Ci sono giunte informazioni riguardanti la morte del nuovo generale, sono fondate? Inoltre sappiamo che il culto sta organizzando un’armata che arriverà a Ravon tra due o tre settimane; si parla di circa 5000 uomini”. Airk gli risponde: “Si, il nuovo generale è morto per motivi strani, sinceramente inizio ad essere preoccupato, ma il barone non ritiene l’evento come significativo. Del movimento del culto non sappiamo nulla, se riuscite ad informarvi meglio sui numeri e la posizione ci verrebbe di grande aiuto. A proposito, il barone ha trovato alcune pergamene che annullano temporaneamente la maledizione, giusto il tempo per sfilare l’anello”. 

Sion ci riferisce tutto e poi andiamo al molo 17. Qui incontriamo il referente della compagnia che ci dice che per 30 argenti a testa al giorno ci porta dove vogliamo. 

A questo punto torniamo alla locanda del porto per raccogliere altre notizie. Sion offre all’oste uno scambio di informazioni, lui ci dice dove sono le truppe del culto e noi lo informiamo sulla morte del generale della baronia. Il taverniere accetta e ci indica la via che sicuramente dovranno percorrere le truppe per raggiungere Ravon, quindi, possiamo studiare il punto dove poter intercettarle. Sion gli riferisce della morte per cause strane del generale. 

Dopo esser usciti dalla locanda ed aver studiato il percorso più veloce per intercettare le truppe del culto, ci spostiamo in un’area appartata. Qui Sion chiede alle due nuove ragazze: “Ora dovete decidere se far parte del gruppo o se andar per conto vostro, noi sbarcheremo prima di Ravon per intercettare i movimenti delle truppe”. Poi mentalmente gli comunica, “Tra di noi c’è chi usa arti magiche, se avete particolari abilità per noi non è un problema ma un valore aggiunto”. 

Koramar nel frattempo guarda attentamente le due ragazze, sono entrambe tredhi alte circa 1,70 con una corporatura normale. Vestono un’armatura di cuoio e celata hanno una daga. Poi si presentano: Niniel è una ragazza con capelli lunghi e chiari, un abbondante seno e vestita con pantaloni e stivali classici. Estel ha capelli raccolti scuri e veste anche lei pantaloni e stivali classici. Dopo essersi presentate si appartano un attimo per decidere il da farsi, ritornano e ci avvisano che hanno intenzione di seguire il gruppo. C’è un problema però…”non abbiamo tutti i soldi per pagare il viaggio”. Sion risponde: ”Non è un problema, li anticipiamo noi e poi appena li racimolate salderete il debito”. 

Così accordato andiamo a fissare la nave per l’indomani mattina; poi andiamo in una taverna per cenare e dormire la notte. 

Durante la cena due individui di grossa costituzione guardano Sion sbeffeggiandolo. Sion li osserva e comunica loro mentalmente: “Venite a dirmelo di persona”, i due si avvicinano al tavolo: “Vuoi proprio che finisca male la tua serata vero?” Sion ribatte: ”andiamo fuori” e i tre si avviano. Tamtar si offre per combattere: ”Così siamo due contro due, mi sembra giusto”; anche Niniel e Shylock escono a vedere. Koramar e Estel invece se ne stanno pacifici al tavolo. 

Sion parte con un pugno ma non va a segno, il tipo reagisce ma sbaglia il viso di Sion che con l’altro pugno lo colpisce facendolo cadere a terra. Nel frattempo Tamtar schiva un pugno e contrattacca con un destro in pieno viso che spedisce al tappeto anche il secondo uomo. 

Tornano in taverna e finiamo di mangiare. Dopo cena Koramar si ferma al tavolo per rileggere ed mettere ordine ai suoi appunti; tutti gli altri vanno subito a letto. 

L’indomani mattina si parte. Il viaggio risulta tranquillo e anche lo sbarco si mostra agevole. Siamo arrivati a terra sul far della sera quindi si decide di piantare la tenda in un luogo aperto e organizzare i turni di guardia per la notte.

domenica 2 settembre 2012

30 monete d'oro per il silenzio


Subito dopo aver cenato ci dirigiamo al santuario per attendere l'arrivo del priore, entriamo e ci sediamo sulle panche a ridosso del reliquiario; al momento non c'è nessuno. Attendiamo fino a quando sentiamo delle voci provenire dal cortile esterno, capiamo che si tratta del priore insieme al conte, al duca ed a un'altra persona che inizialmente non riconosciamo dalla voce.

Koramar e Sion attraversano tutto il santuario e si nascondono dietro la porta d'entrata dello stesso, in questo modo saranno difficilmente notati da chi entrerà.

Pochi attimi dopo entrano le quattro persone, quella non riconosciuta prima era Stotar. Si incamminano verso il reliquiario e il priore vedendo Shylock, Lenman e Tamtar chiede loro:

"Dov'è Koramar, sono qui per eseguire i rilevamenti sul pugnale come da noi concordato". Shylock gli risponde: "E' ancora in stanza" ribatte il priore: "La rilevazione la farà solamente lui, nessun’altro".  

 A questo punto Koramar si sposta dal nascondiglio verso la porta d'entrata e facendo finta di essere appena arrivato, entra nel santuario. "Come mai tutta questa gente?" esclama guardando il priore, il quale risponde in modo seccato facendoci capire che è stato quasi obbligato a far assistere all'analisi del pugnale anche le autorità lì presenti. Il duca fa chiamare il suo esperto in oggetti antichi, dalla navata centrale entra un signore alto, rasato e con un pizzetto bianco, veste una tunica con cappuccio ed ha un passo molto silenzioso.

Sion si avvicina al gruppo pronto ad intervenire se le cose si mettessero male; poi constatata la mancanza di pericolo esce allo scoperto e si inserisce nel gruppo.

Il priore da una chiave a Koramar poi si posiziona di lato alla teca ed estrae una seconda chiave, i due girano contemporaneamente le chiavi nelle due serrature e il grosso lucchetto di chiusura si apre. Sollevano delicatamente la teca e la posizionano di lato. Koramar estrae dallo zaino il suo blocco per gli appunti ed inizia a maneggiare il pugnale d'oro. Lo misura, lo soppesa, controlla lo stemma e dichiara che è l'insegna della casata di Khaliss annotando tutto sul blocco.

Il conte sentito il nome della casata interviene vigorosamente:"Non può essere, quel pugnale è sempre stato della mia famiglia!". Koramar guarda Sion e dopo un cenno d'intesa risponde al conte:"Abbiamo un documento originale con noi che dichiara quando il pugnale sia arrivato nelle mani della vostra famiglia". Sion a questo punto legge il documento e mostra ai presenti le firme dei redattori dello stesso; tra cui il padre del santo. Koramar riassume così: "Il pugnale è all'oggi proprietà della vostra famiglia conte, ma non lo è sempre stato, è il frutto di un accordo di pace. Si può anche dire che è effettivamente una reliquia del santo in quanto, passato a lui per eredità, è stato sempre legittimamente presente nella sua vita". Conclusa la verifica del pugnale Koramar e Sion si guardano nuovamente, s'intendono subito e decidono di mostrare l'altro pugnale d'oro che hanno. Koramar prende il pugnale reliquia ed invita il duca, il conte e il priore in un angolo appartato, Sion estrae dallo zaino il pugnale d'oro della casata scomparsa e lo mostra a tutti. La palese somiglianza e  l’identica fattura dimostra che il pugnale reliquia è uno di quelli delle casate di Ravon: notiamo anche  un particolare interesse e stupore nell'espressione del duca. Sion ripone il pugnale nello zaino mentre Koramar e il priore sistemano le reliquie e richiudono la teca. Il conte chiede di parlare privatamente a Sion, Koramar invece chiede di parlare privatamente con il duca. Sia il conte che il duca ci invitano per l'indomani mattina nella loro stanze. Con questi accordi torniamo nella camerata a dormire.

Appena usciti dal santuario Koramar sente qualcuno che lo chiama in disparte, si gira e nota Adga in un angolo, si avvicina a lei per sentire cos’ha da dirgli. “Hai visto l’esperto del duca? Mi ha dato l’impressione di essere un mago. Sono sempre rimasta qui fuori pronta ad intervenire in caso di necessità”. Detto questo ci incamminiamo verso la nostra stanza.

Sion contatta la baronia per sapere se è di interesse del barone il possesso del pugnale, gli rispondono che non solo non è di loro interesse ma anche che il barone preferirebbe far sparire le casate. Avvisa inoltre Sion che Ravon è sotto assedio. Sion telepaticamente informa Koramar dell’assedio a Ravon. Estrae poi l'anello del santo, lo controlla accuratamente e ne scopre delle minuscole incisioni. Le fa notare al gruppo, sono molto simili alla scrittura dei tatuaggi che comparivano sul corpo di Koramar quando fu maledetto da Grelba. Shylock le riconosce come le rune di Varstal; scrittura utilizzata in passato in un'area geografica localizzata sull'emisfero del mondo opposto al nostro. A questo punto si decide di organizzare dei turni di guardia, le informazioni trapelate quella sera potevano risultare pericolose per l'incolumità del gruppo. Koramar fa il primo turno, poi Shylock, Tamtar, Lenman e Sion.

Durante il suo turno Koramar si sente particolarmente stanco, fa fatica a rimanere sveglio e fa di tutto per non addormentarsi. Riesce ad arrivare fino al cambio turno, va da Shylock per svegliarlo. Shylock non risponde, è in un sonno troppo profondo. A quel punto Koramar prova a svegliare gli altri, nessuno risponde e nessuno sembra in grado di essere svegliato. Temendo di essere vittima di un incantesimo posiziona una trappola di ghiaccio davanti alla porta d’entrata, se qualcuno aprisse la porta, al suo passo successivo, rimarrebbe congelato sul posto. Cerca poi di rimanere sveglio il più a lungo possibile ma dopo un’altra ora crolla e si addormenta. Il mattino successivo riapre gli occhi e vede che anche gli altri sono svegli, preoccupato avvisa tutti di non avvicinarsi alla porta d’entrata e racconta l’accaduto della sera precedente. Sion parla con Koramar di un sogno molto particolare che ha fatto durante la notte. In quel sogno Lui e Koramar stavano entrando nella città di Gormon quando incrociano una guardia che spaventata li invita ad andarsene. Riferisce che la città e stata attaccata da una creatura uscita dal mare. Sion e Koramar entrano comunque in città e vedono un cavaliere con una corazza stranissima che cavalca una creatura acquatica grande come un mulak. Adga interviene dicendo che anche lei ha sognato la città ma era a bordo di una nave che arrivava al porto. Ci guardiamo con espressione interrogativa, l’unico punto di contatto tra il sogno e la realtà sembra essere l’anello copia di quello della torre; il collegamento può essere la pietra blu con l’elemento acqua.

Fatta scattare la trappola di ghiaccio ci dirigiamo dal conte. Sediamo a tavola e mentre ci serve la colazione ci parla del motivo per il quale ci ha convocato. Vuole che noi non riveliamo a nessuno della presenza del pugnale, per il nostro silenzio ci offre 3 monete d’oro. Sion esegue la trattativa e motiva il perché l’offerta risulti troppo limitata: “Possiamo accordarci per le tre monete a testa ma il viaggio di ritorno sarebbe un bel segno se venisse contemplato nel nostro accordo”. Conclude quindi con 5 monete d’oro a testa. Tutti soddisfatti ci salutiamo, ringraziamo per l’ospitalità e partiamo alla volta del duca. Il nostro silenzio è costato 30 monete d'oro!

Entrati nella sua stanza notiamo qualche guardia, ci fa accomodare e ci offre del vino. Sion chiede subito il motivo di tanto interesse nel vederci privatamente, ci risponde: “Sono interessato ad avere il pugnale d’oro per la mia collezione, ho mandato Stotar per vedere quale fosse una possibile strada per ottenere quello del santo, ma ora c’è un’alternativa. Voglio acquistare il pugnale d’oro che avete voi, ovviamente prima lo farò controllare dal mio esperto”. Batte le mani e fa entrare lo studioso che era presente all’analisi del pugnale reliquia. Sion gli porge il pugnale, lo controlla, poi esclama: “E’ un pezzo autentico”. Gli chiediamo di presentarsi, ci risponde che è un esperto di armi e di manufatti antichi. Sion telepaticamente gli chiede se è esperto anche di conoscenze arcane, gli risponde con un “può essere”. Koramar chiede al duca se può far visionare una daga al suo esperto. Il duca acconsente e Koramar porge la “lama di Oltoth” allo studioso. “E’ indubbiamente di pregevole fattura ed è molto antica, lo stato di conservazione presume che non sia una semplice daga”. Riconsegna l’arma a Koramar e abbandona la stanza. Il duca chiede a Sion quanto vuole per il pugnale, Sion si consulta con il gruppo e risponde che il valore dell’oro è calcolabile ma quello storico no. Ne esce una prima offerta di 150 monete d’oro. Chiediamo la possibilità di pensarci e di tornare ad ora di pranzo. Il duca acconsente, scrive un biglietto e lo consegna a Sion. In stanza optiamo per alzare la posta ma di concludere comunque l’affare, Sion ci dice che sul biglietto c’è un’offerta di 180 monete d’oro. Arrivati a ora di pranzo torniamo dal duca, mangiamo, discutiamo un po’ e poi concludiamo con accettare le 180 monete d’oro.

Nel pomeriggio salutiamo il priore e partiamo per il ritorno in baronia.