martedì 5 febbraio 2013

Due vite appese ad un filo

Sion indietreggiano torna nello stanzone e apre l'altra porta, controlla l'interno e nota svariati massi a terra ma nessuna presenza. L'elementale della terra inizia a sprofondare nel pavimento ma prima di sparire nel sottosuolo viene colpito da una "freccia di fuoco" lanciata da Estel.


La stanzetta ora è libera, notiamo il corpo di Tamtar steso a terra inerte; capendo subito la gravità della situazione Verizia corre verso di lui.

Il suo capo lacerato e sanguinante non lascia presagire un finale positivo, la sacerdotessa tenta disperatamenete di medicargli le ferite, si china su di lui e prega per curarlo. 
Nel frattempo Koramar carica Shylock cercando di rendergli impossibile lanciare incantesimi ma non riesce a colpirlo e cade a ridosso del muro. Shylock risponde lanciando una freccia di ghiaccio che colpisce Koramar e lo ferisce profondamente, non sanguina ma le sue condizioni sono al limite della coscenza; riesce comunque a "sdoppiarsi" creando sei sue immagini. 

Nel frattempo Tamtar si sveglia, è molto dolorante e si muove a fatica, chiede informazioni sull'accaduto e su cosa stia succedendo in questo istante, poco dopo Verizia esegue una preghiera per scacciare ma, a quanto pare, non ottiene risultati. 

Adga lancia una "freccia di ghiaccio" contro Shylock, la freccia lo colpisce ma rimbalza e torna da Adga che viene sbalzata a terra dall'impatto con la sua stessa freccia. 

Estel si avvicina a Sion, guarda nella stanza ma non vede nulla di anomalo, nel frattempo, Shylock, fa scomparire le immagini di Koramar. 

Sion carica Shylock nell'intento di metterlo al tappeto ma non riesce a colpirlo, tra i due inizia una lotta corpo a corpo. Adga si alza e carica Shylock con il pugnale dalla lama nera ma anche questo tentativo fallisce. 

Estel lancia "Dominazione", alza un grosso sasso e lo scaglia contro la testa di Shylock. Riesce a colpirlo, il colpo è talmente violento da far traballare Shylock. Koramar lancia l'incantesimo "rete di Bringher" ma questa volta la crea solida; un groviglio di fili quindi imbriglia Shylock, Sion e Adga. Pochi istanti dopo, Estel controllando ancora il masso, dà un'altra violenta sassata a Shylock colpendolo alla testa, in conseguenza a questo colpo lui perde i sensi e rimane inerme appeso alla rete. Koramar estrae la daga e taglia la rete liberando Sion, Adga e Shylock. 

Quest'ultimo è sfigurato dai colpi subiti in combattimento, cade a terra in un lago di sangue, le sue condizioni sono gravissime, le svariate ferite continuano a sanguinare e le profonde ustioni sul suo corpo rendono la situazione ancora più disperata. Verizia comincia subito a tamponare le emorragie, poi lo benda e inizia una disperata preghiera per cercare di non farlo morire. Siamo tutti attorno a loro in attesa di vedere un segno di ripresa del nostro amico. Dopo interminabili attimi col cuore sospeso un cenno della sua mano ci fa capire che le preghiere di cura di Verizia avevano dato il loro risultato. 

Shylock è ancora vivo. 

Usciamo dalla struttura e ci accampiamo nel bosco dove avevamo lasciato i mulak qualche giorno prima. Rimaniamo accampati per due giorni, il tempo che serve a Verizia per curare tutti i componenti del gruppo. Nel trascorrere del tempo discutiamo sul cosa sia meglio fare, torniamo dentro o rientriamo in città? 

Mettiamo insieme i vari elementi che abbiamo e valutiamo le varie possibilità e le difficoltà che potremmo incontrare. 

Concludiamo con queste certezze: Sion fintanto che impugna lo scudo è immune alla possessione, Koramar ha un incantesimo che teoricamente riesce a rendere più difficile farsi possedere, Koramar ed Adga conoscono l'incantesimo "rete di Bringher" che fatta solida è la migliore strategia per immobilizzare l'eventuale posseduto, i maghi non utilizzeranno incantesimi che hanno come bersaglio creature altrimenti verrebbe riflesso sugli stessi, quindi si lanceranno solo incantesimi ad area d'effetto. 

Con questi elementi decidiamo di tornare nella grotta, la strategia è: tutti contro l'elementale, poi chi rimane ferito in modo serio si ritira e abbandona il luogo.

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