venerdì 20 luglio 2012

I timori del priore

Arrivata ora di cena ci rechiamo dal conte Relerier che ci accoglie in una grande sala. 

Il salone è adornato con lunghe tende alle finestre ed ha al centro un lungo e spazioso tavolo; capiamo subito che è usato per ricevimenti e per grandi eventi con molti ospiti. 

Sion usa 'percezione cerebrale' per capire se ci sono soldati nascosti. Un cenno del suo capo nei confronti di Koramar gli fa capire che non ci sono altre persone all'infuori di noi e le guardie che vediamo. Il conte ci fa sedere chiedendo se abbiamo qualcosa di cui parlare prima che inizi la cena; intuiamo che non vuole intavolare certi argomenti in presenza degli altri componenti della famiglia. Iniziamo subito chiedendo se è possibile visionare il pugnale per farne una rilevazione dettagliata. Ci risponde che è un problema, o meglio, per lui non ci sarebbe nessun ostacolo, ma deve avere il permesso del sacerdote priore. 

Il pugnale è stato infatti donato al santuario come reliquia del santo e quindi ora la competenza è dei sacerdoti. 

Dopo un dialogo sul vantaggio che si avrebbe nel catalogare il pugnale portando l'informazione nel regno di Bebion, il conte si fa carico di chiedere personalmente al priore il permesso di visionarlo. Parliamo poi di Stoter, ci dice di non fidarsi di lui e che non gli piace l'insistenza che dimostra nel voler prendere il pugnale. Al contrario del nostro modo discreto di affrontare l'argomento, il comportamento di Stotar gli sembra più interessato al possesso dell'oggetto che allo studio dello stesso. Terminata questa discussione entrano la moglie e i due figli. 

Ceniamo insieme con pietanze ricercate e decisamente ben fatte. A fine cena, il conte, ci offre un liquore con cui brindare, è un buon Brandy! Brindiamo e ci congediamo con l'accordo di tornare l'indomani pomeriggio per sapere l'esito della richiesta inoltrata al priore. Andiamo nelle stanze a dormire.  

Al mattino andiamo a far colazione nella tavernetta poco distante nella speranza di confrontarci nuovamente con Stotar, li ci viene servito latte, pane e marmellata... ma Stotar non c'è! Torniamo quindi verso il monastero, il villaggio non offre molto, anzi nulla! Sul cancello d'ingresso incrociamo l'archeologo che sta tornando dall'incontro con il priore. 

"Buongiorno Stotar, com'è andata?" 
"Ho chiesto il permesso di visionare il pugnale ma mi è stato negato". 

Nel proseguo della discussione ci rivela di essere assoldato da un nobile di Itok ma chiaramente non può dirci chi è. La sua ricerca è orientata all'ambito religioso della figura del santo e quindi c'è il rischio di screditare tale personalità; questo probabilmente è il motivo di diffidenza che trova nel conte e nel priore. Lo salutiamo dicendogli del nostro incontro pomeridiano con il conte. 

Passiamo qualche ora tranquilli nell'attesa dell'incontro.  

Arrivato il momento dell'appuntamento ci dirigiamo da Relerier che ci informa della disponibilità del priore ad incontrarci ma al momento risulta impossibile visionare il pugnale. Salutiamo il conte e ci andiamo immediatamente dal priore per avere delucidazioni in merito. Il sacerdote ci invita nella sua stanza esponendoci la sua intenzione a farci visionare il pugnale, ma ha un problema:  

"Se lo faccio vedere a voi dovrò farlo vedere anche a Stoter, inoltre ho la certezza che ha un infiltrato nel monastero".  
Rispondiamo: "Questo complica le cose, possiamo vedere se riusciamo a scoprire chi è la spia ma comunque, se di notte lei ci aprisse la teca e noi facessimo le rilevazioni in sua presenza, nessuno verrebbe a conoscenza del fatto". 

Il priore ci pensa un pò poi ci invita a ripassare più tardi per sapere la sua decisione. Lo salutiamo ed andiamo nel santuario.  

Vicino all'altare del santo, Sion, nota una piccola scala, si guarda attorno e vede un sacerdote nella navata. Koramar si sposta in modo da coprire Sion alla visuale del sacerdote. Sion furtivamente scende pochi gradini, la scala gira leggermente verso destra finendo su un piccolo pianerottolo con una porta sul lato sinistro. Sion 'percepisce mentalmente' una presenza oltre la porta, vede inoltre filtrare della luce dalla stanza. Un fruscio ben scandito e ritmico gli fa capire che qualcuno sta pulendo il pavimento con una scopa. A quel punto Sion sale nuovamente le scale e si dirige verso la teca per studiarne la serratura. Un grosso perno entra in un lucchetto ancorato alla base della teca. Sion fa cadere della polvere sul perno in modo che, se qualcuno aprisse la serratura, pulirebbe il perno facendoci capire che è stato mosso. Poco dopo usciamo nel cortile del monastero.

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